Restaurazione
Dopo la caduta di Napoleone, nel 1814 Papa Pio VII rientrò a Roma, accolto trionfalmente dalla popolazione. Furono ricostituiti gli ordini religiosi, riordinate le amministrazioni pubbliche e restituiti i beni incamerati. Il Contestabile Filippo III Colonnna riacquistò i diritti feudali, aboliti durante l’Impero francese; riorganizzò gli Stati di Pofi e di Gennazzano, facendo rivivere la legislazione precedente. Questo stato di cose ebbe però vita breve: con il Motu Proprio del 1816, Pio VII dettava alcune norme riguardanti la giurisdizione baronale.
Il Papa rimetteva nelle mani dei baroni la possibilità di conservare o di abolire la giurisdizione, ma di fatto rendeva piuttosto onerose le condizioni per mantenerla. I baroni ritennero più conveniente rinunciare ai propri diritti feudali, conservando però il titolo nobiliare. Aveva termine così la giurisdizione dei Colonna sugli Stati di Pofi e Gennazzano; i 27 feudi colonnesi da cui erano costituiti passarono, liberi da vincoli feudali, alle dipendenza dirette delle Autorità pontificie. Con la rinuncia del Contestabile ai suoi diritti, Pofi, in quanto capo di uno degli Stati colonnesi, perse il suo primato e il suo prestigio.
Il territorio dello Stato Pontificio venne ripartito in Legazioni e Delegazioni, suddivise a loro volta in Governi Centrici, che avevano sotto di loro più comuni, e Appodiati, cioè centri di minore importanza. La provincia di Campagna e Marittima divenne una Delegazione, il cui capoluogo rimase Frosinone; Pofi, insieme ad altre comunità, fece parte del Governo centrico di Ceprano.